NEW YORK. «Sono responsabile di quello che è successo»: Mark Zuckerberg rompe il silenzio sullo scandalo dei dati personali raccolti su Facebook. «Abbiamo fatto degli errori, c'è ancora molto da fare», scrive sulla sua pagina personale del social media. «Abbiamo la responsabilità di proteggere le vostre informazioni», aggiunge.
«Ho fondato Facebook e in definitiva io sono il responsabile per quello che succede sulla nostra piattaforma», afferma Zuckerberg, che assicura sulla serietà con cui si sta provando a sistemare le cose: un fatto come quello di Cambridge Anaytica, promette, «non accadrà mai più».
leggi anche:
Facebook, dati rubati per fare voti. Spunta un partito italiano
50 milioni di profili Facebook nelle mani di Cambridge Analytica. Crollo in Borsa Sospetti su elezione Trump e Brexit. Inventore dell’app-spia: «Pronto a parlare»
Zuckerberg fa quindi un elenco delle prossime mosse, a partire da un'indagine approfondita su tutte le app che hanno accesso ai dati di Facebook, soprattutto su quelle operative sulla piattaforma prima del 2014. «Bandiremo gli sviluppatori che non saranno d'accordo con le nostre regole», spiega, assicurando che il loro numero sarà comunque ristretto per evitare ulteriori abusi sul fronte della privacy.
A tal proposito Zuckerberg spiega che il numero di dati personali che bisognerà dare per accedere a una app sarà ridotto al nome, la foto e l'indirizzo email: niente di più. Inoltre ci sarà la possibilità per gli utenti di controllare tutte le app che hanno sottoscritto e di revocare ad ognuna di loro il permesso di usare i propri dati.
«Abbiamo la responsabilità di proteggere i vostri dati, e se non riusciamo a farlo non meritiamo di essere al vostro servizio» scrive ancora spiegando in un post sulla sua pagina Facebook che sta lavorando «per capire esattamente cosa è successo e assicurarsi che non accada mai più». «La buona notizia - aggiunge - è che molte misure per prevenire tutto questo sono state già prese anni fa».