FERRARA. Si definiscono gli eredi spirituali dei corsari di Tortuga, quelli che con la patente firmata dal loro re razziavano le navi che battevano bandiere nemiche, di ritorno dalle Americhe. Oggi i Fratelli della Costa sono un’associazione internazionale formata da «persone che amano il mare e la navigazione da diporto, nei suoi aspetti più vari: tecnico, scientifico ma soprattutto spirituale».
L’associazione nella sua forma moderna è nata per il soccorso in mare in Cile nel 1953 ed è arrivata poi in Europa e in Italia, «non ci si può proporre ma si viene chiamati per imprese nautiche o atti di altruismo in mare - dice Luigi Galvani, uno dei promotori di una delle due Tavole ferraresi - L’occasione per accettare nuovi “fratelli” sono proprio riunioni come quelle di Ferrara».Sabato sera, alle 19, il cortile del Castello è rimasto aperto per la cerimonia di nomina che ha riguardato una ventina di nuovi fratelli di corsa: tra loro due ferraresi, Obes Zappaterra e Flavio Bizzi. La cerimonia è stata particolarmente suggestiva, come nella tradizione di questo sodalizio, con gli aspiranti fratelli che vengono introdotti bendati e poi “scoprono” la luce una volta inseriti nel consesso.
In questo incontro, che viene chiamato zaffarrancho ed è il sessantesimo della serie, i Fratelli della Costa svolgono una serie di incontri, con base il salone di rappresentanza della Camera di commercio, e riunioni conviviali nella sala dell’Imbarcadero del Castello Estense. Molti si dedicano alle escursioni nautiche verso il Delta, anche se la chiusura della Darsena e l’ostacolo della chiusa di Valpagliaro rendono più complicate le gite.