FERRARA. Ha il sapore di una resa, la porta sbarrata della stazione di Pontelagoscuro con cui oggi apriamo le cronache. Sala d’aspetto e locali vietati al pubblico e viaggiatori lasciati fuori, per prevenire situazioni di degrado – e violenze, nei casi peggiori. C’è il rischio che un balordo faccia dell’atrio il suo bivacco, che gli stanzoni diventino luoghi di spaccio, che la situazione degeneri? Ci aspetteremmo maggiori controlli e interventi rigorosi contro chi sbaglia, non quel brutale “via tutti” che si accanisce contro i pendolari.
È accaduto a Ponte e in tante stazioni ferroviarie di paese, è successo al capolinea dei bus Tper di via del Lavoro, a Ferrara, dove non è più accessibile una sala d’attesa recente, lustra e linda come poche altre. Era diventata rifugio di una banda di ragazzetti e vi accadeva di tutto, hanno spiegato dall’azienda di trasporti nel giustificare la chiusura, evocando anche alcuni casi di molestie. Questioni serie e gravi che tuttavia – permettetemelo – meriterebbero ben altra risposta.
A Ferrara, almeno, dopo le proteste veicolate dalla Nuova, nel piazzale dell’autostazione Tper ha allestito un box in plexligass con qualche sedia a disposizione dei viaggiatori. Un parallelepipedo trasparente, per scoraggiare chi ha brutte intenzioni. A Ponte, per ora, l’unico riparo per i viaggiatori che attendono il treno è l’esile sporgenza del tetto della stazione chiusa, ovviamente inutile contro freddo e umidità.
Buona domenica.
Luca Traini