COPPARO . Se da una parte c'è stata la soddisfazione per la riuscita - anche stavolta - della pista del ghiaccio, non si può parlare di situazione perfetta e senza motivi di discussione. Questo lo si capisce parlando con i vertici di Com.Art , in particolare Ives Bui e Ivonetta Bini, che dopo aver tracciato un primo bilancio comunque soddisfacente, dall’altra tornano sulla necessità di interventi, se si intende continuare in modo adeguato.
Ives Bui è come sempre concreto: «Come semplice constatazione, e senza voler creare polemiche, va considerato che la pista è vecchia, serviranno interventi, costosi, di manutenzione. Ovviamente, essendo una struttura di proprietà comunale, dev’essere il Comune a ragionare su cosa fare e come farlo. Noi l’abbiamo sempre gestita e con il massimo delle nostre possibilità, ma non possiamo intervenire noi. Quest’anno, dopo che la scorsa stagione era stata un calvario per la macchina del ghiaccio continuamente in avaria, è stato necessario, in accordo con il Comune, noleggiare una macchina nuova per far funzionare la pista. È ovvio che, in chiave futura, va considerata l’opportunità di continuare il noleggio o seguire altre strade, perché la macchina di proprietà del Comune è praticamente irrecuperabile (si parla di un’attrezzatura che ha cominciato a lavorare ad inizio anni ’80, ndr). Noi abbiamo sempre garantito la gestione, ed il volontariato ha lavorato con grande impegno, ma si parla sempre di affiancare il Comune, non di sostituirlo...».
Altra questione importante, che ha colpito nel vivo il gruppo di volontari, la esprime Ivonetta Bini: «Non si può concepire il livello di inutile insofferenza nei confronti delle attività in piazza. Ci sono polemiche, un continuo ricorso a vigili e carabinieri contro “l’inquinamento acustico”, quando le nostre emissioni sono basse e decisamente nelle norme. Può non piacere il tipo di musica, ma è un falso problema. Una volta sono arrivati i carabinieri, intervenuti per la “musica troppo alta della pista”. Peccato fosse un bar con happy hour, neanche troppo vicino e nemmeno rumoroso. Questa insofferenza è assurda. Ci si impegna per tre mesi come volontariato, per la pista, e per 45 giorni di apertura. È una delle possibilità di far vivere un centro urbano come quello di Copparo, il quale sta sempre più spegnendosi. In molti ci incoraggiano, ma sono in troppi a creare polemiche assurde. E, magari, l’amministrazione potrebbe anche intervenire a sostegno delle attività e delle persone che le portano avanti. Ci sono cittadini che vogliono vivere in centro perché vicino a tutto, ma lo vorrebbero spento e silenzioso...». (ale.bas.)