FERRARA. Tabelloni elettorali con una buona metà di spazi rimasti intonsi, buche delle lettere desolatamente vuote, canali web sottoutilizzati, e infine il gelo a stroncare le poche velleità di far comizi. Un epilogo di campagna elettorale così spento, Ferrara non l'aveva mai visto.
Certo la nuova legge elettorale ha drasticamente accorciato le liste dei candidati sul territorio, togliendo gambe e voce alla propaganda dei partiti. Certo calendario e meteo sono stati inclementi, certo le decisioni ritardate sulle candidature hanno compresso il tempo del dibattito e dei confronti. Certo. Ma il messaggio che passa è quello di un ulteriore scollamento tra il sistema politico e la comunità di riferimento, con un corto circuito che focalizza l’attenzione più sul 5 marzo che sul 4, più sui riposizionamenti venturi dei partiti (e al loro interno), che sulle scelte immediate degli elettori. Come se il voto di oggi non fosse decisivo, quasi sia scontato che la partita si potrà risolvere solo in Parlamento: scindendo le coalizioni stampate sulle schede, trovando ricomposizioni diverse e intese negate, arrivando a benedire mediatori e transfughi.
Ma non è questione di sensazioni, oggi. Queste sono elezioni decisive più di quanto ci abbiano lasciato intendere, segneranno il volto della comunità nazionale. Dalle urne passano i nostri destini comuni, io dico che dobbiamo rivendicare il diritto di esprimerci e contare. Ribadiamolo, crediamoci, votiamo.
Buona domenica elettorale.
Luca Traini