FERRARA. Non solo spazi fioriti, piante ornamentali e orti retrocucina. Interno Verde, che ieri e oggi apre alla visita settanta giardini privati ferraresi, ha il merito di spalancare l’attenzione sul mercato coperto. Su come è ridotto, su come potrebbe rinascere.
Nella struttura di via Boccacanale, i banchi superstiti si contano sulle dita di una mano e il movimento latita; neppure il divisorio allestito per escludere metà dei volumi basta a cancellare il senso di vuoto che vi incombe in una qualsiasi giornata. Ogni giorno, tranne che in questo week end. I ragazzi del Turco hanno fatto del mercato la loro base operativa e il centro del festival, restituendolo alle originarie funzioni di commercio e di punto di incontro dai grandi numeri. Hanno smontato il divisorio, allestito stand con libri, piante e artigianato, valorizzato le attività di frutta e verdura e aggiunto punti ristoro. Con successo.
Quel mercato è tornato ad essere un crocevia, e la sera è diventato luogo di festa affollato. Come è tradizione in Spagna, come è diventata abitudine nelle grandi città italiane - abitudine consolidata a Milano e a Firenze, tormentata a Roma con l’ultimo esperimento sbarcato a Termini, di moda a Bologna, eccezionale a Palermo - e felice intuizione in provincia. Modena, per non andare troppo lontano. Modena che ha rivitalizzato l’Albinelli colonizzando gli spazi vuoti con localini in cui bere, mangiare e ascoltare musica, fin dopo cena.
L’iniziativa di Interno Verde è una suggestione che attiva intuito e ragionamenti, semina domande. Indica al dibattito pubblico una concreta prospettiva di rilancio per una struttura che è scampata al destino di diventare parcheggio (la scelta è caduta sull’ex Enel di Borgoricco, il cantiere procede), ma ha bisogno di ridefinire la sua identità.
Buona domenica.
Luca Traini