PORTOMAGGIORE. Ore 5.50 di lunedì mattina: a Portomaggiore uno dei disastri ferroviari più gravi degli ultimi tempi, per fortuna senza vittime o feriti, ma con danni enormi. Un treno composto ventotto carri merci della Transwaggon per una lunghezza di cinquecento metri è deragliato all’entrata della stazione distruggendola, letteralmente. Otto vagoni sono usciti dai binari ribaltandosi sulla banchina e nel Parco Molinari adiacente alla stazione. Tonnellate di metallo sono piombate tra alberi e panchine, distruggendo ogni cosa e dando vita ad uno scenario apocalittico alle prime luci dell’alba.
Il treno è passato dalla stazione di Montesanto, partito da Ferrara e diretto a Ravenna. A quanto pare, a poche decine di metri dalla fine della stazione, all’altezza degli scambi, le ruote di uno carri sarebbero uscite dai binari, tanto da lasciare un solco costante sulle traverse in cemento, lungo poco meno di dieci chilometri. Cinque minuti di viaggio in rettilineo, in cui il convoglio non avrebbe dato particolari segni di instabilità perché il percorso è fatto di un lungo rettilineo. In prossimità della stazione di Portomaggiore il convoglio ha però incontrato una serie di scambi che hanno fatto da trampolino. Gli otto vagoni dietro alla locomotiva sono impazziti, sganciandosi e finendo l’uno sull’altro.
Il rumore assordate dei freni e poi quello delle lamiere hanno svegliato l’intero quartiere della stazione con i residenti attoniti e terrorizzati che si sono affacciati da porte e finestre. Intanto, lungo il tragitto fuori binario, i sassi della massicciata sono diventati proiettili, scagliati violentemente verso le abitazioni più vicine e contro le macchine posteggiate, provocando in alcuni casi rotture di vetri e danni alle carrozzerie.
Per le persone che ieri mattina si trovavano alla stazione di Portomaggiore, sono stati attimi di puro terrore. Aveva aperto da poco il bar Buffet Stazione Arianna Salmi, dipendente le locale: «Stavo lavorando, le porte erano chiuse e la televisione era accesa. Ho guardato fuori dalla porta finestra e ho sentito il treno fermarsi, ma in maniera strana. Poi ho visto una serie di fili neri che scendevano, incuriosita sono uscita e c’era una gran nuvola di fumo bianca. In quel momento non si vedeva niente. Svanita la nuvola davanti a me il disastro e sono rimasta scioccata». E aggiunge: «I carabinieri mi hanno fatto chiudere la porta così da evitare il passaggio di persone, hanno chiesto di vedere le telecamere e poi è arrivata l’ambulanza. Ho continuato a fare il mio lavoro perché per fortuna qui non è successo niente...».
Svegliati dalla frenata del treno prima e dalle sirene dell’ambulanza dopo, i residenti in zona stazione si sono precipitati in strada. «Abito a poche centinaia di metri da qui - racconta Roberto Ferioli - ho preso la bicicletta e sono venuto: appena imboccato il viale della stazione ho visto il vagone nel parco, a poche decine di metri dal busto di Molinari e sinceramente non ho ben capito subito. Mi sono avvicinato e mi si è gelato il sangue, pensavo ci fossero dei morti». «Io ho pensato ad una bomba sinceramente e non mi sarei meravigliata visto il clima che c’è...ma del rumore effettivamente non c’è stato e con una roba così saremmo saltati tutti in aria». «Per fortuna non c’era nessuno qui al Parco. Di solito vengono a fare passeggiare i cani al mattino presto in questo posto».
Nell’ultima casa in fondo alla via abita una famiglia con quattro bambini piccoli. Il cortile è stato recintato e messo in sicurezza, ma il treno arriva praticamente di fronte. Anche per loro di giorni non ci sono particolari problemi, sono i convogli merce che viaggiano di notte a farli sobbalzare ogni volta. «Ho sempre paura per i miei bambini, non li perdo mai di vista», dice la mamma.
Illesi ma sotto choc i due macchinisti che sono stati subito aiutati dai primi pendolari già in attesa del proprio treno e dai gestori del bar che avevano aperto da poco. Sul posto gli uomini del 118 subito allertati e i due sono stati portati all’Ospedale Sant’Anna di Cona per accertamenti; le loro condizioni sono sempre state buone.
Negli occhi delle persone arrivate sul posto, il terrore. Rimasto finché non è stato accertata l’assenza di vittime. Il treno era sì vuoto e i carri aperti, ma la paura che qualcuno fosse rimasto schiacciato o ferito dalle lamiere, dai sassi e dal cemento è stata forte e reale per diverso tempo. Il treno, nella sua folle corsa, ha distrutto praticamente tutta la stazione, dall’impianto elettrico alla segnaletica orizzontale e verticale, dalla banchina alla staccionata, lasciando una lunghissima scia di danni. La stazione, naturalmente, è stata immediatamente chiusa così come tutta la linea da Ferrara a Consandolo.
Sul posto i carabinieri di Portomaggiore e quelli del comando provinciale di Ferrara. I tecnici della Ferrovia Emilia Romagna, i responsabili del settore Trasporti della Regione Emilia Romagna, la Polizia ferroviaria e i magistrati di turno come anche tutti gli operai delle ditte incaricate al ripristino della linea. In mattinata sono arrivati anche gli uomini della Scientifica delle ferrovie che hanno percorso in maniera certosina tutti e dieci i chilometri dalla stazione di Montesanto a quella di Portomaggiore per cercare di ricostruire l’esatta dinamica. Secondo quanto appreso dalla società Ferrovie, i carri erano nuovi, tutti entrati in esercizio quest’anno; si tratta di mezzi della Transwaggon GmbH. La manutenzione del locomoptore è invece garantita dall’impresa ferroviaria Mercitalia rail
Sul posto è presto arrivato anche il sindaco Nicola Minarelli che ha messo a disposizione uomini e mezzi per cercare di ripristinare la situazione nel più breve tempo possibile. I lavori sono iniziati ieri pomeriggio alle 15, dopo il via libera da parte dei tecnici e l’intervento andrà avanti giorno e notte per almeno un triennio, ma difficilmente la linea potrà essere riaperta prima della prossima settimana.