Unife ci riprova. Dopo il flop del primo tentativo, messo in campo un anno fa, l’ateneo ha deciso di ripetere la sua richiesta di sponsorizzazione a consorzi di imprese, singole aziende, gruppi imprenditoriali, associazioni e privati cittadini per i cantieri da allestire sulla base dei piani di ristrutturazione del proprio patrimonio edilizio. Un passo nella direzione del mercato che si affianca ad altri per i quali Unife si è già fatta notare, come la partneship avviata con il Maria Cecilia Hospital di Cotignola, istituzione sanitaria del cosiddetto “privato accreditato”, per l’apertura di un corso di laurea in Medicina e Chirurgia in Romagna. Oppure con l’avvio del crowdfunding per specifici progetti di ricerca.
Le modalità
I soggetti ammessi coprono uno spettro ampio di istituzioni e organizzazioni: «persone fisiche, enti pubblici e privati», ma anche consorzi, compresi i raggruppamenti temporanei di imprese, e società di professionisti. L’obiettivo è finanziare una quota del piano di investimenti che comprende 11 opere per un valore di circa 70 milioni di euro. La lista degli interventi edilizi sponsorizzabili comprende diversi edifici: tre palazzi storici di via Savonarola (Renata di Francia, Strozzi, Tassoni Mirogli) per un importo di 37.8 milioni, più il vicino Palazzo Gulinelli (6.2 milioni); il nuovo insediamento universitario al Sant’Anna (aule, uffici e servizi per studenti e docenti della facoltà di Medicina) per il quale l’ateneo ha programmato una spesa di 16.1 milioni; la Casa dello Studente (2.2 milioni); il Polo Scientifico Tecnologico (1.7 milioni); Palazzo Turchi Di Bagno (1.5 milioni); un lotto di interventi «di rifunzionalizzazione e adeguamento» (1.2 milioni); il complesso di via Paradiso (1.1 milioni); le palestre del Cus (650mila euro); Palazzo Bevilacqua Costabili (382mila euro); Santa Maria di Mortara (250mila). L’investimento minimo richiesto allo sponsor è di 2mila euro.
Il termine per la presentazione delle offerte è fissato per il 7 aprile 2020. La proposta non è vincolante per l’università: per alcuni motivi esplicitati nel bando l’amministrazione potrà opporre un rifiuto (conflitti di interesse, rischio di danni all’immagine, propaganda di natura politica, aziende produttrici di tabacco, prodotti alcolici, materiale pornografico o a sfondo sessuale, messaggi offensivi, razzismo, fanatismo, mancato rispetto delle pari opportunità fra i generi).
Chi sarà ammesso potrà associare «nome/marchio/logo/attività/prodotto» all’intervento sponsorizzato sia sul sito internet dell’ateneo, sia sui canali dello sponsor. Per i contributi superiori a 25mila euro nome, marchio etc. potranno essere esposti su ponteggi e recinzioni di cantiere ma sono previste anche altre gratificazioni (targhette, visibilità durante manifestazioni etc.). —
Gi. Ca.
© RIPRODUZIONE RISERVATA