FERRARA. Si è messo mano a dizionari e tomi giuridici impolverati, lasciando autostrade a tonnellate di ilarità social, per capire bene cosa volesse dire il termine “congiunti”. Quando invece la premessa è mettere a fuoco il concetto di “corregionali”, perché se non superi questo esame non vai proprio da nessuna parte.
Neanche da oggi, neppure da quel 4 maggio che per altri è una liberazione almeno parziale, se si ha una famiglia divisa tra Emilia e Veneto. Ancora vietate la visite a mamma e papà, se si abita, mettiamo il caso, a Santa Maria Maddalena e loro a Ferrara, o viceversa. Altroché Fase 2. Dalle due sponde del Po, incolpevole frontiera ma per nulla arbitro di una vicenda paradossale, cresce la protesta per l’impossibilità di andare a trovare i propri cari che si trovano a pochi chilometri.
SERIE B NO, SESTO GRADO Sì
Protesta che ha le sue ragioni, in tutta evidenza. Ma il Dpcm del 26 aprile sbarra le porte al guado del fiume ai congiunti di serie B. Per loro no, per il sesto grado invece sì. Perché, appunto, la norma ammette le visite ai familiari di sesto grado, quello cui la generalmente la legge, col bollo del notaio, attribuisce rilevanza: come, per esempio, i figli dei cugini tra loro. Ma c’è il via libera anche per gli affini fino al quarto grado, come i cugini del coniuge.
L’unico requisito è che queste persone, anche se sconosciute tra loro, o ricomparse nei ricordi di una lontana “cuginanza” giovanile, appartengano alla stessa regione: corregionali appunto, c’è poco da fare.
DEROGA INAPPLICABILE
Intanto sfuma del tutto l’ipotesi di un’ordinanza unitaria tra i Comuni di Occhiobello e Ferrara. «Sarebbe illegittima in quanto in conflitto con il Dpcm, che è norma di rango superiore – dice il sindaco di Occhiobello, Sondra Coizzi –. Una deroga non è al momento applicabile. Attendiamo a questo punto una comunicazione delle prefetture di Rovigo e Ferrara». —
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