FERRARA. I risultati usciti dalle urne delle Comunali assicurano al centrodestra i numeri per poter decidere da sé il prossimo presidente della Provincia. L’esito di Comacchio, in particolare, dove un’operazione nata per fermare la Lega l’ha invece incoronata con due anni d’anticipo – atipica eterogenesi dei fini. Con l’elezione del sindaco e di sei consiglieri che si aggiungono ad una folta schiera di amministratori di comuni “pesanti”, nel voto ponderato i leghisti potrebbero addirittura essere autosufficienti, fare a meno anche degli stessi alleati. Non lo faranno, anche se il compenso che da zero è passato ad essere un’integrazione misurata sul compenso del sindaco del capoluogo, 6.400 euro lordi al mese, a qualcuno fa gola. È anzi prevedibile un impulso ad allargare la prossima maggioranza provinciale anche oltre il perimetro della coalizione politica, in un dialogo con le amministrazioni civiche, a partire da Cento dove i ragionamenti includono anche una preliminare apertura sulla ricandidatura di Fabrizio Toselli a primo cittadino.
È probabile che la presidenza della Provincia sia offerta proprio ad un sindaco senza tessera di partito come Riccardo Bizzari a Masi Torello, o a Roberto Lodi di Terre del Reno rimesso in gioco dalla norma del Milleproroghe che, per quest’anno e il prossimo, fa tornare eleggibili anche gli amministratori a cui restano meno di diciotto mesi di mandato. Sulle scelte della Lega pesa anche una certa ritrosia, tattica, ad intestarsi un ente che oggi non ha strumenti e fondi per soddisfare a pieno le legittime attese dei cittadini.
Buona domenica