FERRARA. Una crisi che più nera non si può e soprattutto ancora non si vede la luce in fondo al tunnel. Il cinema sta attraversando il periodo storico più buio da quando i fratelli Lumiere nel 1895 hanno inventato la magia del grande schermo. Nemmeno le guerre avevano fermato le proiezioni, ora invece questo virus maledetto è riuscito nell’intento di chiudere i cinema per mesi e mesi.
IL CONFRONTO A FERRARA
IL PERIODO DI CHIUSURE
Da Capodanno al 23 febbraio, poi lunga sosta per il lockdown con la riapertura dopo ferragosto e nuova chiusura dal 25 ottobre. Si è perso anche il periodo tradizionalmente più prolifico quello delle vacanze di Natale e molti film che erano in programma nei mesi autunnali sono stati rinviati a data da destinarsi sperando in condizioni più favorevoli o dirottato su piattaforme on line. E il 2021 è iniziato ovviamente ancora peggio, perché ogni giorno che passa di chiusura è sempre un segno meno addirittura rispetto al 2020 che nell’analogo periodo faceva registrare aperture e discreti incassi.
IL 2021 IN SALITA
Ricordiamo infatti che il capodanno 2020 era partito con “Tolo Tolo” di Checco Zalone che pur non facendo il picco straordinario di “Quo vado?” avevano alzato di molto la media anche su un 2019 che aveva segnato una buona ripresa. Al momento non si riesce a navigare nemmeno a vista, la situazione è di stallo completo in attesa di sviluppi della situazione epidemiologico e sulla nuova possibilità di riapertura dei locali. La sensazione che si ricava dai gestori è quella di evitare aperture a singhiozzo. Meglio partire con certezze in modo da pianificare meglio la programmazione che fare progetto che poi devono essere rinviati o peggio ancora rimandati. Tra i settori che hanno pagato maggiormente il prezzo delle chiusure vi è proprio il cinema.
IL BANDO REGIONALE
Intanto la regione Emilia Romagna ha proposto un bando per venire incontro alle problematiche delle piccole sale. La cifra messa a bilancio è di un milione di euro. Si tratta di circa 200 sale con meno di tre schermi e 500 posti, per i comuni sotto i 30.000 abitanti, a quelle con meno di quattro schermi e 800 posti per i comuni (in provincia sono Ferrara e Cento) sopra i 30.000 abitanti. A Ferrara ne possono fare richiesta il cinema Boldini e i parrocchiali San Benedetto e Santo Spirito, mentre a Cento i requisiti li ha anche il parrocchiale “Don Zucchini”. Potrebbe interessare anche i Fluttuanti di Argenta e l’Arena di Codigoro.
Il provvedimento, come ha spiegato anche il consigliere regionale Federico Amato (ERC) è nato per consolidare il ruolo di aggregazione sociale e di interesse pubblico rivestito dalle sale cinematografiche, con l’obiettivo di salvaguardare soprattutto quelle collocate nei centri storici o nelle aree più periferiche e decentrate, attraverso il miglioramento e la diversificazione dei servizi e dei prodotti culturali, con particolare riguardo alla distribuzione di opere di qualità nel circuito di sale d’essai.
Si tratta di una boccata d’ossigeno in grado di evitare che queste strutture, con gli effetti della pandemia chiudano per sempre i battenti con tutto il bagaglio culturale e sociale che tali locali rivestono.
CASSA INTEGRAZIONE
I lavoratori delle sale cinematografiche, intanto, continuano nel periodo di cassa integrazione, visto le chiusure prolungate. È in crescente aumento l’uso degli ammortizzatori sociali per via dei lunghi mesi di inattività. I gestori invece hanno cominciato ad attingere ai primi ristori necessari per compensare i mancati introiti di una stagione in pratica mai nata. L’auspicio è di uscire presto da questa situazione. Definirla un brutto film è senza dubbio un eufemismo. —
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