GORO. Dura contestazione in chiesa per le modalità del catechismo ai ragazzini di Goro che preparano la Cresima. Ieri si è tenuto un incontro urgente, presenti in chiesa una cinquantina di genitori che, nel corso di una animata riunione con don Michele Lain (parroco di Goro) e don Stefano (referente catechisti gruppo del Rinnovamento dello Spirito di Ferrara), hanno reclamato a viva voce e alla fine ottenuto il ripristino del catechismo tradizionale per i loro figli.
Da giorni serpeggiavano perplessità e malumori, a seguito dell’introduzione di un nuovo approccio al catechismo per i ragazzini che si avviano a ricevere il sacramento della Cresima. Ieri sera l’incontro chiarificatore voluto dal parroco si è trasformato in una netta rivendicazione del ritorno all’insegnamento religioso tradizionale con racconti di comportamenti tanto inusuali quanto gravi nei confronti dei ragazzini, come riportato dai genitori ai due parroci.
Il tentativo di mediazione messo in atto da don Michele e da don Stefano, giunto appositamente da Ferrara a esplicitare le ragioni del nuovo gruppo di catechisti, ha cozzato contro la volontà compatta e risoluta dei genitori di non voler più mandare i figli al catechismo, qualora gli incontri fossero stati ancora tenuti dal contestato gruppo di catechisti.
«Secondo voi è normale che mia figlia torni a casa dal catechismo dicendomi che le è stato infilato un sacco di plastica in testa – ha esclamato un padre – e che in quella condizione è stata abbracciata da adulti? Questo non è normale. Io non voglio che qualcuno abbracci mia figlia minorenne o che le venga applicato in testa un sacco o un cappuccio».
Tra le domande incalzanti dei genitori, tutti contrari al nuovo metodo di insegnamento, anche quello di una mamma che ha obiettato come «non è accettabile che una figlia torni a casa terrorizzata con le mani che tremano, per cose dette o viste durante il catechismo. A esempio, è stato mostrato un bidone della spazzatura, i catechisti hanno detto di guardarci dentro, poiché lì avrebbe visto la sua vita».
Diverse le voci tra i banchi della chiesa, racconti di altri episodi come polsi dei ragazzini legati. «Ai nostri tempi, quando si andava al catechismo – ha osservato una donna -, ci insegnavano le parabole della vita di Gesù Cristo, il significato della Resurrezione e invece ho appreso che c’è stato anche un momento di preghiera al buio, con tutti i ragazzini uniti in cerchio e una candela al centro. Che significato avrebbe questa cosa?».
Davanti alle domande incalzanti e alla ferma presa di posizione dei genitori che, compatti, hanno rivendicato il ritorno agli insegnamenti tradizionali, don Michele ha replicato come «questa catechesi del rinnovamento è esperienziale. Visto che sollevate dubbi e chiedete chiarimenti, propongo di convocare un incontro con il gruppo di catechisti per le delucidazioni del caso e proseguire sino al termine del percorso». Ma i genitori hanno eccepito di non essere stati informati per tempo sulle nuove metodologie, perché solo con una corretta informazione avrebbero operato una scelta, ovvero se avviare o meno i loro figli al “catechismo esperienziale”.
È poi intervenuto don Stefano, il quale ha optato per una decisa virata, suggerendo di sospendere il percorso avviato e di re-introdurre il catechismo precedente all’arrivo dei nuovi catechisti. Qualche genitore ha invocato di «tirare una riga sul caso», perché «non ci tengo proprio a fare alcun incontro. Se volevano chiarire – ha aggiunto – lo avrebbero fatto prima o si sarebbero presentati qui questa sera».
Katia Romagnoli
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