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Da anni quanti entrano nella caserma dei vigili del fuoco di Ferrara vedono la lapide con dieci nomi di caduti, dove ogni anno viene posata la corona. Ma nessuno nel corso degli anni aveva mai cercato di ricostruire le vite di questi pompieri ferraresi, caduti in servizio. Ha colmato la lacuna l’ex vigile del fuoco ausiliario Giampietro Bruni, appassionato di storia che per oltre un anno ha girato in tutta la provincia, recuperando informazioni fra uffici anagrafe dei comuni, giornali dell’epoca e parenti. Alla fine ne è uscito il volumetto “Atti di valore dimenticati dei vigili del fuoco di Ferrara” (Cartografica).
i caduti
Come detto sono dieci i vigili del fuoco morti. Il primo è stato Alfredo Ricci di Ferrara, morto il 25 gennaio del 1900 mentre cercava di salvare una donna da un’abitazione in fiamme nell’attuale via Contrari. Solo che - come riportato dalla Gazzetta Ferrarese - mancò la presa mentre scendeva con la donna sulle spalle e morirono entrambi. Oreste Bottoni di Tamara morì il 7 aprile 1918 in modo incredibile, cadendo durante un’esercitazione in uno spacco del telo dove si era buttato, causato da una bulletta conficcata nei suoi scarponi.
Quattro vigili del fuoco perirono durante un bombardamento aereo il 10 giugno 1944 in zona aeroporto, dove stavano intervenendo in soccorso per un precedente attacco aereo. Le vittime furono Giovanni Barbieri di Ferrara, Giulio Beccari di Codigoro, Vito Buzzoni di Ferrara e Nino Franco Modonese, sempre di Ferrara.
Attilio Brancaleoni di Copparo morì il 30 gennaio ’45 nel purtroppo celebre bombardamento del campanile.
Il 2 giugno ’45 è la data della morte di Artidoro Romani di Ruina, l’unico del quale non sono state recuperate informazioni dettagliate.
Ancora durante la Seconda Guerra Mondiale le altre due vittime, Renzo Neri di Ferrara e il compagno Doride Sandri di Bondeno. I due erano diretti a Mirandola a bordo di un sidecar, quando furono investiti da un grosso mezzo pesante dei soldati americani che invase la loro corsia. Entrambi morirono all’ospedale di Mirandola.
le ricerche
Fra le diverse vittime del secondo conflitto va segnalato il non ancora 18enne Vito Buzzoni. La sua famiglia era sfollata a Focomorto, che in linea d’aria dista poco dalle piste dell’Aeroclub e quando vi fu il bombardamento, temendo il peggio, accorse subito sul posto per vedere cos’era accaduto, trovandosi così di fronte ad uno spettacolo devastante. Ebbene, Bruni ha rintracciato la sorella Anna, che abita in viale IV Novembre a Ferrara e ha tanti ricordi del giovane fratello. Fu lei a raccogliere la divisa, il fischietto in dotazione ai vigili del fuoco, il documento di identità e persino l’ultima busta paga e, soprattutto, la medaglia che gli fu conferita.
Bruni ha poi rintracciato anche Alberto Neri, il nipote di Renzo, «sulla cui morte - spiega l’autore del volume - non risulta siano state fatte tante indagini, a quei tempi gli alleati americani erano intoccabili...».
l’invito
Ebbene, quest’anno dopo tante cerimonie di commemorazione dei caduti alla sola presenza dei vigili del fuoco in servizio, il comandante provinciale Antonio Giovanni Marchese ha invitato alla celebrazione della patrona Santa Barbara di mercoledì proprio Anna Buzzoni e Alberto Neri. «È stato un lavoro impegnativo - racconta Bruni -, ad esempio per le informazioni sulla prima vittima, Ricci, mi sono rivolto anche all’archivio della Comunità ebraica, perché stava cercando di salvare la giovane Bianca Pesaro. Non sono mancate le difficoltà, specie in alcuni uffici anagrafe, però aver rintracciato queste informazioni e, soprattutto, alcuni familiari mi ripaga dei sacrifici fatti per scrivere il volume. E ho già in mente di scrivere tutta la storia del corpo dei pompieri a Ferrara». —
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